«Ciò che sta di fronte a noi è un uragano economico. Quello che prima appariva un insieme di rischi che formava un banco di nuvole minacciose, ora si è trasformato in un vero e proprio uragano che ci attende alla fine della strada. Sta venendoci incontro. Resta solo una cosa da capire se sarà di minore entità e potrà essere declassato a tempesta tropicale o se ci troveremo di fronte a una super-tempesta come Sandy» ha detto Jamie Dimon, ceo di Jp Morgan.
Il riferimento di Morgan era legato alla riduzione del bilancio della Fed: la Federal Reserve americana ridurrà il bilancio e l’acquisto di obbligazioni di emergenza già a partire dal mese di giugno. In un mondio globalizzato sia dal punto di vista finanziario che economico, è evidente che le conseguenze potrebbero farsi sentire a breve su tutti i mercati.
Ma la guerra in Ucraina con il conseguente aumento dei prezzi delle materie prime rappresenta un altro fattore di grande preoccupazione.
Il prezzo del petrolio è volatile dopo l’intesa europea per ridurre drasticamente l’importazione di quello russo, anche se cala vistosamente, sempre in Europa, il prezzo del gas naturale che il Consiglio europeo ha fatto una prima mossa per fissare un price cap ai prezzi.
Jamie Dimon, però, ha espresso preoccupazione su cibo e carburante, prevedendo un prezzo del petrolio fino a 150 o 175 dollari al barile.
Gli fa eco John Waldron, presidente di Goldman Sachs, sottolineando che i mercati stanno subendo troppi shock, con la probabile conseguenza di tempi più difficili di quelli attuali. Anche Waldron è molto critico nei confronti della Federal Reserve e degli aumenti sui tassi.
JP Morgan: in arrivo uragano economicoCosti di energia e materie prime tra le preoccupazioni per le aziende. Goldman Sachs: troppi shock sui mercati
