Nel terzo trimestre del 2022 si stima che il Prodotto interno lordo (Pil) sia aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% in termini tendenziali.
La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi – spiega l’Istat in una nota – hanno registrato un aumento. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta.  La variazione acquisita per il 2022 è pari a 3,9%.
Nel terzo trimestre dell’anno, dunque, l’economia italiana fa registrare una crescita dello 0,5% in termini congiunturali e del 2,6% in termini tendenziali. La fase espansiva del Pil prosegue pertanto per il settimo trimestre consecutivo, ma in decelerazione rispetto al secondo trimestre dell’anno (crescita acquisita al 3,9%).
“Come sempre, si rimarca la natura provvisoria di questa stima, che riflette dal lato della produzione un calo dell’agricoltura e dell’industria e un aumento marcato dei servizi. Dal lato della domanda, si rileva un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta, a seguito di una crescita delle importazioni maggiore rispetto alle esportazioni” conclude la nota Istat.
Prudenza da parte di Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, secondo il quale la crescita comporta «… da un lato un aumento meccanico nel rialzo delle stime, dall’altro spinge, in ogni caso alla prudenza nell’indicazione di stime puntuali nel contesto di grande incertezza come l’attuale».