La transizione ecologica mette a rischio 1,5 milioni di imprese e 5,6 milioni di posti di lavoro.
È questo il risultato di uno studio congiunto tra Confcooperative e Censis che ritiene necessario sostegno pubblico e semplificazione burocratica per una vera svolta green.
Secondo il focus “Sostenibilità, investire oggi per crescere domani” sono meno di 17 mila le imprese già in linea con i requisiti per le emissioni zero, mentre oltre 932mila sono a rischio, con i loro quasi 2 milioni di lavoratori (l’11,6% dell’occupazione totale). In particolare, il 10,6% delle piccole e medie imprese necessitano di investimenti importanti per la riconversione degli impianti produttivi. Si tratta di impegnate in attività di estrazione, lavorazione e commercializzazione di combustibili fossili, nella produzione di energia elettrica da fonti non rinnovabili e, in genere, in attività “energivore” (siderurgia, ma anche parte delle filiera agricola).
Le imprese a rischio medio, invece, sono 600.000 e danno lavoro a 3,7 milioni di persone (il 21,5% dell’occupazione totale) nel comparto manifatturiero, dal sistema moda al sistema casa e alla meccanica.
«È di oltre 1,2 miliardi di euro l’investimento delle nostre cooperative in sostenibilità. Le principali voci di investimento: risparmio energetico, riduzione dei consumi, utilizzo di materiali di minore impatto, formazione e nuove tecnologie. La sostenibilità per le imprese è una strada obbligata. Le cooperative sul green sono pronte a investire di più. Il PNRR – ha commentato Maurizio Gardini, presidente Confcooperative – può rappresentare ancora la benzina verde della transizione. Occorrono misure di sostegno e soprattutto meno burocrazia per realizzare impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile in tempi più brevi».
Più di 3,7 milioni di aziende su oltre 5 milioni di quelle censite (il 70,9% sul totale delle imprese attive presenti nel Registro delle imprese), invece, sono state definite a rischio trascurabile. In questi casi, gli investimenti per adeguare gli impianti di produzione con sistemi a emissioni zero e quindi sostenibili a livello ambientale, non inciderebbero su costi, occupazione e accesso ai mercati finanziari.