Modiano è ormai uno dei brand associati al nome di Trieste e Stefano Crechici, al timone dell’azienda, amplia l’offerta di prodotti, dopo il fatturato record in tempi di pandemia.
Grazie all’accordo con una nota azienda tedesca del settore, ora la fabbrica di Trieste produrrà anche puzzle sulla base dei vecchi e meravigliosi manifesti, patrimonio storico del marchio. Un’espansione che si associa al core business: carte da gioco e, in piccola parte (circa il 15% del fatturato) prodotti cartotecnici. Un ricordo della Grafad, che nel 1988 rilevò la Modiano, quando alla guida c’era ancora Guido Crechici (padre di Stefano).
Oltre alle carte da gioco e ai prodotti legati all’industria (confezioni che vengono distribuite soprattutto in Europa), l’azienda con sede nella zona industriale di Trieste ma nel Comune di San Dorligo della Valle, è un riferimento anche per giochi in scatola più conosciuti al mondo (Monopoli, Trivial pursuit), un mondo che negli ultimi anni ha avuto un grande sviluppo.
La produzione va all’estero per il 65%, con l’Europa a farla da padrona, affiancata da due mercati importanti come quello degli Usa e dell’India. Una piccola curiosità: Modiano stampa anche i tarocchi per due editori, uno americano e uno italiano, tra i più grossi al mondo.
E la sfida digitale? Come la affronta chi basa tutto sulla carta?
«Siamo soprattutto un’azienda di produzione e vendiamo attraverso agenti e distributori in tutto il mondo. Gli stessi distributori hanno un loro sito. Non vendiamo direttamente al pubblico. Per quanto riguarda il web, non avrebbe molto senso mettere online siti di gioco, qualche proposta ci è arrivata – spiega il presidente Stefano Crechici – per i diritti dell’immagine, ma non è tanto il percepito, nel mondo del digitale, il fatto che tu giochi con una marca di carte o con un’altra». «Il gioco online, del resto, non toglie nulla a quello in presenza. Tanti lo usano per allenarsi, ma il trovarsi per giocare è un’altra cosa. Tanto è vero – ricorda Crechici – che in pandemia c’è stato un boom dei giochi in scatola. Le persone erano stufe di passare ore davanti al pc».
Attualmente esiste anche uno uno shop online con il nome del brand, ma è gestito da un’azienda italiana su permesso di Modiano, che invece utilizza Amazon come proprio marketpalce.
Tra le chicche della produzione, anche le carte per professionisti. Produrre carte da gioco per Casino significa rispettare i più rigidi standard produttivi di qualità e sicurezza. Modiano è stata infatti scelta nel 2015 come partner e fornitore ufficiale delle World Series of Poker (WSOP), il più prestigioso evento di poker al mondo.
Il primo e fondamentale passo per un prodotto di questo genere è la selezione della materia prima, scelta e testata in collaborazione con fornitori che rispettano e garantiscono le specifiche dei materiali sviluppati. L’azienda triestina, inoltre, è impegnata anche nella ricerca del settore, con prototipi sui macchinari ad hoc per i controlli sulla qualità. Per le fasi finali della stampa vengono utilizzate telecamere “intelligenti”, mentre la formula della vernice sviluppata in anni di esperienza, conferisce alle carte da gioco brillantezza, scivolosità e resistenza all’umidità.
Modiano conta oggi 65 dipendenti, ma è rimasta a conduzione familiare per quanto riguarda il management. L’ultimo fatturato, fissato a più di 11,5 milioni di euro, è stato visto come un record, mentre la cifra che ci si aspetta per l’anno in corso è di circa 10 milioni.
Come accennato, Modiano è oggi il frutto della fusione con la produzione cartotecnica di Grafad, ma il marchio nasce nel 1868 a Trieste, focalizzandosi sulla produzione e commercializzazione di cartine da sigarette con diversi marchi Nel 1884 viene avviata una litografia che fa scuola per le riproduzioni artistiche e per la produzione di carte da gioco. In breve tempo le carte da gioco Modiano, grazie al connubio tra arte, tecnologia e abilità commerciale superano per stile e qualità gli standard europei stabiliti per tradizione da austriaci e tedeschi. L’espansione fuori dalle mura cittadine parte con l’avvio di nuovi stabilimenti a Romans d’Isonzo, Fiume e Budapest, dove si sviluppa una collaborazione con i maggiori artisti dell’ateneo ungherese.