Da oltre un secolo Trieste è all’avanguardia sul fronte della valorizzazione energetica dei rifiuti. Il termovalorizzatore, che si trova a pochi passi dal canale navigabile, negli ultimi anni è stato
oggetto di una serie di interventi che ne hanno aumentato ulteriormente efficienza e affidabilità, oltre a incidere positivamente su sicurezza e protezione ambientale. Ultimo in ordine di tempo
il revamping inaugurato nell’ottobre del 2022, tappa dell’evoluzione di un percorso iniziato oltre un secolo fa, nel 1915, quando venne inaugurato un “forno di incenerimento per le immondizie”, già strutturato per il recupero energetico e proseguito con l’attivazione prima dell’impianto di Giarizzole (1972) e, successivamente, del termovalorizzatore di via Errera nel corso del 1999.
Con le novità introdotte alla fine dello scorso anno, il ciclo del recupero regionale è diventato più virtuoso e con una maggiore capacità di generazione elettrica. Il rinnovo ha migliorato l’affidabilità dell’impianto e la continuità operativa.
Un po’ di storia. La città di Trieste oggi è servita dall’impianto denominato Errera 3, nato come naturale evoluzione di Errera 2, che era strutturato su due linee di incenerimento e da un ciclo termico dedicato al recupero energetico a servizio di una turbina. L’impianto originario è stato ammodernato e modificato realizzando una terza linea. Il termovalorizzatore di Trieste è, quindi, un particolare tipo di inceneritore in grado di convertire il calore generato durante la combustione in energia pulita.