Circa 2000 persone hanno manifetstao oggi in piazza dell’Unità d’Italia a Trieste a sostegno dei lavoratori che rischiano il posto di lavoro dopo l’annunciata chiusura della produzione di motori marini alla Wartsila di San Dorligo della Valle.
Oggi la Cgil di Trieste, insieme a Cisl e Uil, ha promosso un presidio a sostegno delle lavoratrici e lavoratori di Wärtsila, Flex e Principe, le altre due aziende protagoniste della crisi industriale dell’area triestina. Una delegazione sindacale si è recata in Prefettura per discutere la richiesta di ritiro dell’iter di licenziamento con il Prefetto Vardè. Nello stesso momento, in Piazza Unità lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini, sindacati, politica, associazioni hanno ribadito con forza la centralità del ruolo dell’industria per il futuro di Trieste, dal punto di vista occupazionale, economico e sociale.
«Oggi abbiamo ribadito con chiarezza che se le cittadine e i cittadini, le lavoratrici e i lavoratori non riceveranno le risposte necessarie a tutelare il diritto al lavoro siamo pronti a proclamare lo sciopero generale – sono le parole del Segretario della Cgil di Trieste Michele Piga – La grande partecipazione di oggi è la prova dell’esigenza di preservare le produzioni e garantire i posti di lavoro, se necessario attraverso la nazionalizzazione». «Oggi la cittadinanza si è mossa contro una crisi che va a colpire l’intera filiera industriale di Trieste, con gravissime ricadute sociali ed economiche per tutta la città – ha detto Marco Relli, Segretario Fiom Cgil Trieste – . Siamo a fianco dei lavoratori e dei cittadini che stanno già facendo i conti con le conseguenze di questa crisi».
A causa della crisi di governo in atto, invece, è saltata l’attesa audizione della X Commissione del Senato (Economia), che in Prefettura avrebbe dovuto ascoltare le Confederazioni territoriali di Cgil, Cisl e Uil sulla situazione occupazionale del territorio.