REFIBER, il programma di ricerca di Area Science Park e Innovando srl per una filiera nazionale del riciclo degli scafi delle imbarcazioni in vetroresina è sbarcato a Parigi.
L’occasione è stata quella della Fiera Nautica tenutasi negli scorsi giorni nella capitale francese, una delle più importanti del settore con i suoi 150.000 visitatori e 650 espositori. I contatti hanno come obiettivo un quadro di regole condivise europee per lo smaltimento e il riciclo degli scafi in vetroresina.
«Abbiamo incontrato i rappresentanti di APER-Eco-organisme bateaux de plaisance, il consorzio francese per la raccolta e la demolizione dei natanti e delle imbarcazioni da diporto che rappresenta oggi la migliore prassi europea del settore – spiega, Marcello Guaiana, presidente dell’Associazione Temporanea di Scopo che realizza il programma REFIBER -. Il nostro obiettivo è quello di trovare una convergenza tra la nostra iniziativa di ricerca e l’operatività di APER per una valutazione congiunta di tecnologie innovative per il riciclo dei materiali provenienti dalle demolizioni e le soluzioni per la sostituzione di materiali critici per migliorare la sostenibilità delle imbarcazioni».
La dismissione e la gestione dello smaltimento delle imbarcazioni da diporto a fine vita è un problema ambientale nonché socioeconomico molto rilevante. A oggi, infatti, in Italia non esiste ancora un modello strutturato di raccolta organizzata per la corretta gestione del fine vita delle imbarcazioni di lunghezza tra i 10 e 24 metri. Basti pensare che negli ultimi dieci anni delle circa 10.000 imbarcazioni cancellate dai registri ufficiali solo una minima percentuale è gestita in modo corretto. REFIBER punta a realizzare un hub che possa concentrare e valorizzare i flussi di materiali derivanti dallo smantellamento degli scafi. Tra questi c’è la vetroresina, materiale a più strati composto da plastica e vetro, che con il 60% in peso rappresenta la frazione più abbondante e di più difficile trattamento. Un modello di gestione che il programma sta analizzando è quello, già consolidato in altri ambiti, dell’EPR-Extended Producer Responsibility, la responsabilità estesa del produttore, che prevede il coinvolgimento di produttori e distributori del settore.
«Vogliamo contribuire in modo coordinato ad un’evoluzione armonizzata delle norme di settore a livello Europeo – sottolinea Ivana Lazarevic, vice direttrice generale di APER -. Attraverso la collaborazione sarà più facile condividere e concertare attività di comunicazione e sensibilizzazione nei confronti degli stakeholders nazionali ed internazionali».
In questa fase REFIBER si concentra sulle imbarcazioni da diporto, ma non si esclude la possibilità di aprire il sistema alla gestione anche dei natanti di lunghezza inferiore ai 10 metri.