Il tavolo nazionale sulla vertenza della Wartsila è stato convocato a Roma nella sede del ministero delle Sviluppo economico per mercoledì 7 settembre alle 15.Lo ha reso noto il presidente della Giunta regionale Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali confederali in un incontro nel Palazzo della Regione a Trieste insieme all’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen. La richiesta dell’incontro, avanzata dallo stesso governatore, è stata immediatamente accolta dal ministro. Regione e rappresentanti dei lavoratori hanno avuto uno scambio di vedute sull’evolversi della vicenda. Da parte dell’Amministrazione del Friuli Venezia Giulia è stato ribadito il pieno appoggio alla difesa dei posti di lavoro e di una sede industriale strategica per l’economia regionale e nazionale. A tale proposito è stata confermata la presenza del governatore alla manifestazione indetta da Cgil Cisl e Uil per sabato prossimo a Trieste.
Ieri Fedriga, intervevendo ad una trasmissione televisiva nazionale, aveva detto che «… c’è un problema concreto: la procedura – relativa alle vertenze come quelle della Wartsila – ha una norma che favorisce la delocalizzazione». La norma, aveva spiegato Fedriga, prevede penali irrisorie per chi delocalizza, anche per quelle aziende che fanno utili nel nostro Paese. Questa norma, sempre secondo il presidente della Regione FVG, «… mette la pistola alla testa di istituzioni e sindacati. Se non firmano la procedura non possono garantire la cassa integrazione, se firmano, avallano il piano dell’impresa che vuole delocalizzare». Per quanto relativo alle ipotesi di nazionalizzazione dello stabilimento – dopo la decisione di Wartsila di abbandonare la produzione a Trieste – ci sarebbe un problema tecnico: «Wartsila ha bloccato l’utilizzo dei brevetti per Wartsila Italia, dunque cosa produrrebbe oggi l’azienda?» si è chiesto Fedriga.