Coselag (Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell’Area Giuliana) e Comune di Trieste hanno siglato un accordo per studiare un nuovo modello energetico nella zona industriale.
L’intesa – presentata oggi alla stampa – ha coinvolto anche l’Università di Trieste (Centro interdipartimentale G. Ciamician) e la Fondazione CRTrieste.
«Esiste la necessità strategica di individuare un nuovo modello energetico. Ma qui oggi parliamo anche di ottimizzazione, perché il nuovo modello deve anche ottimizzare i consumi con i sistemi già esistenti» ha spiegato Serena Tonel, vicesindaco e assessore alle Politiche economiche del Comune di Trieste. E proprio il Comune ha deciso di stanziare i 50mila euro iniziali per avviare il progetto, i cui dettagli verranno definiti nei prossimi mesi
Altri 120mila euro, complessivamente, sono stati messi sul tavolo dalla Fondazione CRTrieste, con il presidente Massimo Paniccia che oggi ha evidenziato come l’adesione alla proposta sia stata immediata, poiché «… lo sviluppo socio economico del territorio è una delle priorità della Fondazione».
Il presidente di Coselag, nonché presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, Zeno D’Agostino, ha invece parlato di «fasi fondamentali che aiutano a creare il clima giusto, soprattutto in quel mondo rappresentato da piccole e medie imprese».
«Si tratta di un progetto a fasi, con l’obiettivo di decarbonizzazione la zona industriale attraverso la transizione energetica» ha spiegato Sandra Primiceri, vicepresidente Coselag.
Di fondamentale importanza la presenza nell’accordo di una collaborazione con il Centro interdipartimentale “G. Ciamician” dell’Università di Trieste. Saranno proprio gli accademici, come ha spiegato oggi il professor Romeo Danielis, a «testare i nostri strumenti e metterli e disposizione della comunità».
Lo studio servirà a fare una “fotografia” della situazione esistente, in riferimento ai consumi energetici delle aziende. Verranno poi valutati il profilo orario e la distribuzione nel tempo dei consumi, la produzione di energia e la possibilità di sviluppare tale produzione. Il tutto in combinazione con i consumi e l’obiettivo di massimizzare l’autoconsumo e quindi l’indipendenza energetica.
In un secondo momento, verranno prese in considerazione le soluzioni effettivamente applicabili, mentre nell’ultima fase andranno individuate le fonti per sostenere finanziariamente i progetti. Nel frattempo, Coselag ha già affidato l’incarico per valutare la realizzazione di una Comunità energetica.
Le ipotesi, al momento, si concentrano sul fotovoltaico, anche se bisogna ancora capire – ha specificato il professor Danielis – dove mettere i pannelli. «Non scarterei l’eolico. Diventa interessante quando è offshore» ha aggiunto lo stesso Danielis, rispondendo ad alcune domande.