In Via Flavia, la concessionaria BMW ha cambiato insegne, ma non tutti sanno cosa c’è dietro quel brand che, a livello nazionale, ha chiuso il 2021 con circa 1,4 miliardi di ricavi.
Dopo le recenti acquisizioni in Piemonte, Autotorino punta a vendere 55mila automobili nel corso del 2022, con l’obiettivo di superare a 1,5 miliardi i ricavi registrati lo scorso anno. Si è completata intanto, nei giorni scorsi, la fusione con Autostar in Friuli Venezia Giulia e Veneto, marchio che a Trieste era ormai diventato di casa.
Oggi Autotorino conta su quasi 2000 persone tra dipendenti e collaboratori, rappresentando ben 21 brand di automobili con 62 filiali.
“In molti vendono auto, noi preferiamo dare forma e libertà ai desideri dei nostri clienti, accompagnando verso la giusta scelta le loro emozioni”. In questa frase del presidente Plinio Vanini è riassunta molta della la filosofia del Gruppo, la cui storia è iniziata nel 1965 a Morbegno in provincia di Sondrio, da una singola concessionaria auto, sino a diventare nel 2015 il primo concessionario in Italia e, nel 2017, prima realtà italiana ad entrare nel novero dei 50 maggiori dealer europei.
Oggi la sfida del Gruppo, così come per altri concorrenti, è basata sui modelli ibridi o elettri, considerando che poco meno della metà delle automobili ordinate o vendute nei primi mesi del 2022 appartiene a una di queste due categorie.
«La mobilità elettrica e connessa ci imporrà il cambio di approccio al nostro lavoro. Siamo confidenti di poterci trasformare per essere competitivi anche in questa nuova dimensione. Sappiamo che sono necessari forti investimenti nella riqualificazione delle persone, nella trasformazione digitale dei processi e in nuovi linguaggi di comunicazione. E abbiamo l’ambizione di aprire una nuova strada per la distribuzione dei prodotti della nuova mobilità» ha dichiarato ai media Stefano Martinalli, direttore generale e consigliere delegato di Autotorino.