TRIESTE – Il gruppo Wärtsilä ha annunciato oggi lo spostamento in Finlandia della produzione di motori 4 tempi, con la chiusura della produzione al sito di Bagnoli della Rosandra.
La cessazione dell’attività comporterebbe il taglio di circa 450 addetti. “L’Italia e Trieste continueranno ad essere importanti per Wärtsilä in molte aree, poiché miriamo a essere parte della decarbonizzazione delle industrie del settore energetico e marino. Nelle difficili circostanze degli ultimi anni, i nostri dipendenti a Trieste si sono distinti per la loro professionalità. Tuttavia, dobbiamo centralizzare i nostri asset produttivi in Europa per migliorare ulteriormente la nostra competitività. Siamo consapevoli dell’impatto che questa decisione avrà sulle persone e sulle loro famiglie e ci impegniamo fin da subito a collaborare con le organizzazioni sindacali e le Istituzioni per individuare tutte le possibili soluzioni per supportare le nostre persone” si legge in una nota stampa. Wärtsilä ha anche comunicato di voler mantenere le attività di Ricerca&Sviluppo, vendita, project management, sourcing, assistenza e formazione. Per lo stabilimento triestino si starebbero valutando futuri investimenti legati allo sviluppo di tecnologie per carburanti sostenibili. La decisione di Wärtsilä sulla linea di produzione di Trieste, inoltre, non dovrebbe avere conseguenze sul portafoglio motori e sui servizi verso la clientela. Inoltre, per garantire il mantenimento della competitività, il Gruppo intende mantenere la supply chain, compresi i fornitori italiani.
Dopo la Grandi Motori Trieste Spa (GMT) controllata da Fincantieri, nel 2000 viene costituita la Wärtsilä Italia Spa e, negli anni successivi, vengono costruite le nuove strutture e viene trasferita a Trieste la produzione di numerosi modelli di motori. Nel 2017, quando si erano manifestati evidenti i segnali di crisi, la multinazionale aveva ceduto all’Interporto di Trieste terreni a magazzini per un’operazione da 20 milioni di euro che aveva coinvolto Friulia, la finanziaria regionale. Sull’area era stato poi spostato il Punto franco internazionale del porto di Trieste, per consentire una serie di operazioni che di recente si sono concretizzate con l’insediamento di British american tobacco.
Wärtsilä è leader mondiale nelle tecnologie innovative e nelle soluzioni per il ciclo di vita delle navi e dei mercati energetici. La forza lavoro è composta da 17.000 professionisti in più di 200 sedi in 68 Paesi. Nel 2021, il fatturato netto è stato di 4,8 miliardi di euro.
Dure e immediate le reazioni di sindacati e istituzioni, mentre è in corso uno sciopero con gli operai nel piazzale antistante lo stabilimento di Bagnoli. «Apprendiamo con sdegno e incredulità la notizia della chiusura della parte produttiva di Wärtsilä nello stabilimento di Bagnoli della Rosandra a Trieste. Quello messo in atto è un comportamento e una scelta che riteniamo inaccettabile nei metodi e nei modi e che ci lascia senza parole anche e soprattutto perché da più di un anno a questa parte non solo la Regione Friuli Venezia Giulia ma anche il Governo nazionale avevano ricevuto ampie rassicurazioni sia dai vertici dell’azienda sia anche dalle istituzioni diplomatiche e governative finlandesi. Chiediamo sin da subito che venga ritirata l’annunciata delocalizzione con la procedura avviata oggi, così come di non dare seguito agli esuberi» ha detto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.
Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha dichiarato: «Siamo sorpresi e molto irritati per la decisione ingiustificata e scorretta di Wärtsilä che improvvisamente ha comunicato la chiusura della linea produttiva a Trieste. Mi sono confrontato questa mattina con il ministro finlandese Ville Skinnari, anche lui all’oscuro di tutto. Ho già disposto l’immediata convocazione dei vertici della società per spiegazioni sul loro comportamento anche alla luce del fatto che la società finlandese aveva avviato proprio con il Mise una negoziazione per chiudere un accordo di innovazione».
«La comunicazione via PEC avvenuta questa mattina da parte dei vertici Wärstila della chiusura della produzione a Trieste nasconde una grande bugia. Dietro l’inaccettabile dichiarazione di esubero si cela infatti la chiusura totale dello storico stabilimento triestino» hanno dichiarato Cgil, Cisl e Uil. Secondo i sindacati risulta evidente, senza produzione industriale, l’inconsistenza di una proposta meramente improntata su manutenzione e servizi. «Dopo anni di finanziamenti pubblici la Wärtsilä tradisce Trieste e tradisce l’Italia. Sul versante occupazionale sono a rischio immediato 450 addetti, oltre ai 400 posti di lavoro dell’indotto. La forza lavoro tra diretti e indiretti attualmente occupa 1500 persone» prosegue la nota dei sindacati.
Per i sindacati il tanto decantato “momento magico” di Trieste non esiste, bisogna prenderne atto ed è necessario l’impegno di tutte le forze politiche e sociali per denunciare la reale situazione economica e occupazionale delle cittadine e dei cittadini di Trieste. Oggi è prioritario affrontare le crisi industriali sul territorio, dare una risposta alle stesse e rilanciare il settore manifatturiero. La presenza questa mattina al presidio di FIOM, FILM, UILM, CGIL, CISL e UIL, dell’Assessorato Regionale al Lavoro, di Confindustria dimostra che buona parte delle realtà sociali, politiche ed economiche sono consapevoli della drammatica fase che stiamo vivendo. Serve la risposta coesa della città, per risolvere le crisi in atto (Wärtsilä, Flex, Principe e altre), salvaguardare le lavoratrici e i lavoratori e dare prospettive ai giovani per il futuro.