Cura, rispetto, welfare aziendale, a Jotun Italia non sono parole vuote. Nella società che prevede per quest’anno una crescita a doppia cifra, i dipendenti rappresentano l’asset principale dell’azienda.
La storia di Jotun Italia a Trieste (la sede in realtà è a Muggia, nella zona industriale della valle delle Noghere) risale agli inizi degli anni ’90, dopo la collaborazione con la storica Veneziani vernici. Per la casa madre, invece, bisogna andare in Norvegia e tornare al 1926 per osservare gli inizi di quella che adesso è una vera multinazionale, presente in 70 Paesi e in ogni continente.
Nel 1991 la decisione di dare vita a un’esperienza già matura sul territorio, con il porto e la vicinanza a realtà industriali come Fincantieri a fornire, con ogni probabilità, un input decisivo.
Jotun Italia e quindi la sede di Trieste, dove ci si occupa dell’aspetto commerciale e non della produzione, si occupa di provvedere ai bisogni nazionali, a quelli dei Paesi dell’ex Jugoslavia, di Malta, di Montecarlo e della Svizzera italiana. A Trieste trova sede un magazzino, con il settore della nautica e più in generale quello marino a farla da padroni. Lo yachting quindi, ma anche le grandi navi da crociera, dove gli scafi sono spesso protetti con vernici Jotun. Soprattutto per i prodotti “antivegetativi”, ma non solo.
La parte che si conosce meno, forse, è il ruolo dell’azienda nelle forniture di prodotti anticorrosione per produzioni industriali. Motori marini, viadotti, grandi opere di carpenteria, oleodotti, utilizzano la protezione di vernici speciali. E grandi nomi, anche sul territorio, sono clienti di Jotun: i serbatoi della Siot, le strutture di Cimolai, le navi di Msc e Costa crociere. Jotun è un alto di gamma che nel resto d’Europa distribuisce anche prodotti per la casa, ma non in Italia, dove si vende meno nonostante la posizione di leader sul mercato. Questione di cultura e attenzione per questo particolare dell’interior design
Al di là della qualità dei prodotti però, dall’azienda ci tengono a sottolineare il modello che viene proposto nei rapporti con i dipendenti, considerati il principale asset dell’azienda stessa. Per questo welfare, valorizzazione del personale, applicazione reale dello smart working da prima che diventasse una necessità, non sono concetti vuoti ma realtà consolidate. «Abbiamo imprenditori lungimiranti, i dipendenti vengono trattati bene con un rapporto basato sulla fiducia» si dice tra i vertici aziendali.
Pare che il modello funzioni anche nei conti. Dopo alcune fasi di crescita già registrate negli anni scorsi, in occasione dei 25 anni dalla fondazione della società italiana, nel 2022 il fatturato è atteso in incremento di circa il 15%, con cifre complessive che dovrebbero stabilirsi attorno ai 35 milioni di euro. Il tutto grazie allo sforzo della cinquantina di dipendenti che mandano vanti la struttura di Muggia e naturalmente la fitta rete di contatti.
Del resto, anche la casa madre dal quartier generale in Norvegia ha buone previsioni per il futuro a breve termine.
È di inizio ottobre, infatti, la notizia di una forte crescita, nonostante i margini più bassi: l’aumento dei volumi di vendita e dei prezzi ha portato su i ricavi per Jotun durante il primo e il secondo trimestre del 2022 con un +22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a circa 1,76 miliardi di euro.
«Siamo soddisfatti dello sviluppo. È bello vedere che il mercato delle nuove costruzioni navali si è ripreso dopo un periodo difficile. Vediamo anche un miglioramento delle vendite nell’ambito dei prodotti per la manutenzione delle navi, dei rivestimenti protettivi e delle vernici decorative» aveva detto il presidente e Ceo Morten Fon.