Le attività nello stabilimento di Bagnoli della Wartsila proseguiranno fino al 30 settembre 2023 ed entro questa data l’azienda si impegna a non riattivare alcuna procedura di licenziamento collettivo.
Questo il risultato del tavolo conclusosi a tarda notte a Roma, nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Contestualmente viene avviato un percorso di reindustrializzazione del sito, con l’obiettivo di tutelare i posti di lavori sia dei dipendenti della Wartsila sia di quelli dell’indotto. La sigla del verbale d’accordo ha coinvolto Wartsila Italia, sigle sindacali, Confindustria Alto Adriatico, Regione Friuli Venezia Giulia e Ministero.
Il documento conferma inoltre l’intenzione di Wartsila di mantenere in Italia le attività legate a ricerca e sviluppo e service del sito di Trieste.
«Per la Regione era fondamentale che l’accordo tracciasse un quadro di garanzia a difesa sia dei dipendenti sia di uno stabilimento strategico per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia e del Paese, di modo da avviare un percorso condiviso che porti alla reindustrializzazione del sito di Bagnoli della Rosandra. L’intesa raggiunta sancisce, inoltre, che l’azienda dovrà presentare il proprio piano industriale triennale, nel quale dovranno essere contenute le prospettive di sviluppo per le attività non interessate dalla cessazione e i relativi investimenti» ha commentato Alessia Rosolen, assessore regionale al Lavoro.
L’accordo prevede come obiettivo comune di tutti i sottoscrittori la garanzia della vocazione industriale dello stabilimento di Bagnoli, per produzioni ad elevato valore aggiunto, adeguate a valorizzare il livello professionale delle maestranze e a produrre ricadute positive sul territorio di riferimento, anche mediante l’inserimento della produzione svolta nel sito in filiere strategiche a livello nazionale e tenuto anche conto della possibilità di realizzare sinergie con imprese operanti sul territorio regionale in settori produttivi ad alta tecnologia e competitive a livello globale.
Il tavolo, richiesto dalla Regione Fvg, arriva dopo la decisione di Wartsila di cessare la produzione di motori nello stabilimento di Trieste, ma anche dopo la battaglia per il riconoscimento del comportamento antisindacale dell’azienda, riconosciuto dal Tribunale di Trieste.