Un’azienda florida, con prospettive di sviluppo che rischiano di essere rallentate dall’annoso problema dei terreni inquinati.
Potrebbe essere questa la sintesi per raccontare le vicissitudini che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di Zudek srl , nata nel 1990 e insediata oggi nel comprensorio Coselag e in particolare nella valle delle Noghere a Muggia.
«Lavoro per soddisfare il mio bisogno di studio e di ricerca. La ricerca è conoscenza, curiosità, è confrontarsi con gli altri, è comunicazione, è trovare nuove strade» spiega sul sito web dell’azienda Alessandro Zudek, alla guida di un’azienda in continua evoluzione, che sembra avere nella ricerca è il suo fiore all’occhiello.
«In questo periodo il lavoro sta andando bene – spiega Zudek – e le prospettive sono ottime. L’aumento del costo dell’energia, in realtà, ci favorisce». L’industria triestina, infatti, produce refrigeratori ecologici per uso industriale con bassissimo impatto ambientale, grazie ad un utilizzo innovativo dell’ammoniaca . Brevetti e sistemi che fanno risparmiare energia e si sa, di questi tempi… Ma, c’è un però. «Siamo in espansione ma non riusciamo a crescere – spiega ancora Zudek – . Sono anche alla ricerca di nuovo personale, il treno sta partendo ma rischiamo di perderlo».
Il problema, così come già accaduto in passato ad altre realtà insediate sul territorio, riguarda il Sito inquinato di interesse nazionale. Zudek ha appena acquistato un terreno ma non riesce e costruirci sopra un capannone. «Abbiamo ancora problemi col SIN, così come li avemmo nel 1991 al momento dell’acquisto della struttura di produzione. Ma già allora avevo proposto la soluzione: non scavo, mi alzo di 30 centimetri con una gettata di cemento e costruisco lì. Questa la proposta che mi ha consentito di sviluppare l’attività. Basta pensare che oggi, invece, per mettere al coperto i macchinari che non possono restare esposti, ho dovuto affittare una tensostruttura che mi costa 4000 euro al mese».
A Trieste è il Gruppo Illy a servirsi della tecnologia Zudek, il resto del mercato è rappresentato dall’ambito chimico, logistico, farmaceutico e soprattutto alimentare in Europa e nel resto del mondo. Nestlè, Conad, Esselunga, il Gruppo Unilever, questi sono solo alcuni dei grossi nomi che si rivolgono alla realtà triestina per produrre freddo. Esiste anche una Zudek Oceania, mentre la Zudek Russia è stata chiusa 2 anni fa. Intuito da imprenditore…
Refrigeratori a compressione e ad assorbimento: questa la produzione di Zudek. L’industria triestina, nel corso degli anni, ha creato una macchina che utilizza calore per produrre freddo grazie ad un assorbitore ad acqua e ammoniaca. Un sistema che produce potenza frigorifera generata dal calore proveniente da altri processi produttivi, con un range di temperatura che va da +1°C a -50°C in maniera da coprire ogni necessità di refrigerazione. Il ciclo di assorbimento di ammoniaca nell’acqua è stato inventato a metà dell’800, con una vera e propria rivoluzione industriale nel campo del freddo. Tuttavia, fino a trent’anni fa esistevano solo due tipi di macchine ad ammoniaca: quelle grossissime dei grandi stabilimenti e quelle piccolissime per i frigoriferi dei camper.
Oggi Zudek conta più di 70 dipendenti e un fatturato che, in Italia, si aggira attorno ai 15 milioni di euro. I costi di un sistema di refrigerazione possono variare di molto e l’azienda è abituata a studiare soluzioni tailor made, comprese tra i 100mila e i 2 milioni di euro, ma anche oltre a seconda delle esigenze di chi richiede il prodotto.