Voci di corridoio su possibili alternative allo stabilimento Wartsila di Bagnoli, incontri tra sindacati e parlamentari, rinvii di riunioni al Ministero.
Le questioni Wartsila (pronta a chiudere la produzione di motori a Trieste) e Flex (taglio del personale) segnano una fase di stallo dopo le decisioni delle scorse settimane.
Per quanto relativo a Wartsila, posto che il Gruppo finlandese non intende lasciare che subentri nell’attività di Trieste qualche impresa concorrente, alcuni rumors indicano che si stanno seguendo altre strade (produzioni industriale completamente diverse) per salvaguardare almeno una buona parte dei posti di lavoro – sarebbero 451 solo quelli diretti – che andrebbero perduti a seguito della chiusura dello stabilimento. La scorsa settimana, intanto, le maggiori sigle sindacali hanno organizzato un tavolo con i parlamentari eletti in Friuli Venezia Giulia in merito alla crisi Wartsila. Proprio in questa sede è emerso – su dichiarazioni di alcuni dei parlamentari convocati – che il Gruppo non intende in alcun modo proseguire nella produzione e che vanno coinvolti i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia per trovare partner che possano far continuare questo genere di attività.
Per quanto relativo al caso Flex, invece, nulla di fatto all’incontro che giovedì scorso – al tavolo del ministero dello Sviluppo economico – doveva definire la vertenza legata al piano di ridimensionamento. La discussione è stata rinviata di una settimana e quindi solo dopo la riunione del 27 ottobre si dovrebbe sapere su quale piano industriale intende basarsi l’azienda per mantenere a Trieste il sito produttivo.