Durante la riunione di oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy, è arrivata la conferma di trattative in corso per cedere lo stabilimento di Bagnoli della Rosandra, dove Wartsila vuole cessare la produzione di motori.
La notizia è stata data dallo stesso capo di gabinetto del MIMIT, Federico Eichberg, che ha presenziato la seduta dalla quale era assente il ministro Adolfo Urso. Davanti a vertici aziendali del Gruppo finlandese, sindacati e rappresentanti degli enti locali, il funzionario ha informato che “ci sono delle interlocuzioni in corso per rilanciare l’impianto ed è stato riscontrato il positivo orientamento della proprietà ad impegnarsi a garantire la continuità produttiva e a condividere il processo con istituzioni e le parti sociali”.
Per contro, i sindacati hanno definito “inaccettabile” che Wartsila fissi una scadenza per la produzione nel sito di Trieste entro il prossimo giugno, insistendo sulla necessità di garantire continuità produttiva e un processo di reindustrializzazione dell’area a tutela dei lavoratori. Le segreterie territoriali di Fim, Fiom e Uilm sostengono che, se si vuole proseguire con la trattativa, Wartsila deve presentare un piano industriale per lo stabilimento di Trieste e continuare la produzione fino a quando non ci sarà un piano chiaro per i lavoratori e lo stabilimento stesso.
Al tavolo erano presenti l’ad di Wartsila Italia, Michele Cafagna e l’assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen.
Secondo Rosolen, l’individuazione di un soggetto imprenditoriale che rilanci la parte produttiva deve essere un’azione portata avanti in piena trasparenza tra tutte le
componenti del tavolo affinché la scelta sia pienamente condivisa. In egual modo il piano industriale, che riguarda gli oltre 500 addetti che resteranno in Wartsila nei reparti che non verranno dismessi, sarà sottoposto anch’esso a un processo di condivisione.